CHI SIAMO

Lé orége dè hói: canto e tradizione

logo coro«Quando il progresso non aveva ancora portato tra le nostre popolazioni i molti apparecchi per la diffusione, nelle lunghe veglie invernali, nelle stalle, ed a primavera, nei campi, si ripetevano le canzoni udite e le storie ricordate.
Il popolo ha pensato bene di cambiare, secondo i gusti, le parole e il motivo musicale. Ecco perché è difficile trovare i testi scritti. Durante l’esecuzione di serenate si dava libero sfogo alla fantasia, senza trascurare il sentimento…
Alcune persone hanno dato vita al gruppo canoro “Lé orége dè hói”.

I primi componenti del coro…40 anni fa.

Senza grandi ambizioni, i conservatori del folklore locale, si ritrovano, una volta a settimana, per ripetere le varie canzoni, ma soprattutto per gustare insieme la gioia di cantare motivi pieni di sentimento, proprio come facevano i “nostri vecchi”. Il titolo dato al gruppo ricorda l’epiteto che, anticamente, si dava a chi, durante il canto, stonava. “Tè fa Hito, ké tè ghé l’orégia dè hói”.
Era chiamata “orégia” la parte forata del tino, dove si poteva infilare il bastone per il sollevamento; non sempre il bottaio riusciva a bilanciare bene le due parti, il tino sollevato rimaneva sbilanciato. Da qui il titolo che si dava a chi non era troppo intonato.
I titoli delle canzoni sono stati scelti a seconda del significato.
Si è cercato di mantenere fede alla dizione popolare, unica fonte della ricerca».

M.° Giacomo Morandini
(da “Folklore Biennese” – maggio 1978)

Così scriveva il M.° “Giacom” presentando il coro che nasceva da una passione diffusa in tutte le case di Bienno: il canto.
Negli anni successivi il M° Battista Ercoli, sostenuto dall’entusiasmo del presidente Bortolo Bellini e il sostegno spirituale del parroco don Giuseppe Figaroli, guidava il coro sino a inizio secolo.
Dopo una breve pausa, la passione e la nostalgia del canto popolare prende il sopravvento e il gruppo rinasce sotto la guida del M° Lorena Avanzini che, mantenendo inalterate le melodie originali, dà nuova linfa al repertorio con le sue armonizzazioni.
I brani ora hanno maggiore spessore musicale ma l’autoironia, che stà nel nome del coro, è rimasta inalterata; lo scopo nostro è di mantenerne vivo il ricordo, dando valore al patrimonio artistico culturale preservandone lo spirito e valorizzando l’importanza dello stare insieme attraverso il canto.

Il Costume

Dall’evoluzione del Coro è nata l’idea di trovare un costume che richiamasse, anche nell’aspetto, le nostre origini camune. L’occasione si è presentata nel vedere gli abiti nati dalla ricerca della Prof. Miretta Tovini dell’Accademia di Brera e della Dott.sa Elisabetta Milani, commissionati dal Comune di Prestine. Su indicazioni di un manoscritto settecentesco del Monte di Pietà sono nati due costumi, maschile e femminile, ai quali, con le dovute semplificazioni, abbiamo pensato di ispirarci. Con la competenza della sarta Maria Giovanna e l’aiuto di qualche sostenitore, in due anni siamo giunti alla fine del progetto.